Van Gogh & i Maledetti

La Mostra

Van Gogh e i Maledetti è la mostra immersiva dedicata alla grande storia artistica di Vincent van Gogh e del gruppo dei pittori post-impressionisti. Realizzata da Crossmedia Group per la regia di Stefano Fake, Van Gogh e i Maledetti è un racconto digitale di 60 minuti, che prende vita grazie alla proiezione a 360° di immagini ad altissima definizione e alla diffusione audio in Dolby HD di un’avvincente colonna sonora.

Una produzione digitale che si prefigge di coinvolgere emotivamente il pubblico nella controversa vicenda umana e artistica di Vincent van Gogh, uno degli artisti più celebri e amati di tutti i tempi. Gli fanno da contrappunto le vite e le opere dei più grandi pittori a lui coevi, accomunati dall’esistenza travagliata e dall’anticonformismo. Così come nella loro vita, anche nella loro poetica sono presenti elementi coerenti accanto a sensibili differenze. Nonostante questo, tutti questi personaggi contribuirono a creare l’eccezionale clima artistico della Bohème parigina.

Insieme a Vincent van Gogh, gli altri artisti nella mostra sono: Paul Cézanne, Paul Gauguin, Henri de Toulouse-Lautrec, Chaïm Soutine e il toscano Amedeo Modigliani.

Ad arricchire l’esperienza multimediale, una sezione didattico-introduttiva con infografiche e monitor, le postazioni Oculus per sperimentare la realtà virtuale 3D di un viaggio sensoriale all’interno di alcuni dei quadri più famosi e l’avvolgente caleidoscopio d’immagini della Mirror Room, posta all’interno della sala immersiva.

Van Gogh

Gallery

Post-Impressionismo e dintorni

Van Gogh, Cézanne, Gauguin, Toulouse-Lautrec, Soutine e Modigliani sono tra i più importanti esponenti della corrente artistica nota come post-impressionismo. Questo movimento artistico si sviluppa a partire da determinati concetti di fondo propri dell’impressionismo, col fine di sondare le possibilità offerte dalla libertà del colore attraverso strade non ancora percorse. Il termine si afferma in contesto francese nel 1906, quando viene impiegato dal pittore e critico d’arte britannico Roger Fry. L’espressione inizia a diffondersi sulla scena internazionale grazie alla mostra organizzata tra il novembre 1910 e il gennaio 1911 dallo stesso Fry alle Grafton Galleries di Londra, Manet e i post-impressionisti.

È possibile ricondurre al post-impressionismo quasi tutti i principali orientamenti artistici che si sviluppano in Francia tra il 1880 e i primi due decenni del Novecento. tra gli altri: il neo-impressionismo, il divisionismo, il puntinismo, la scuola di Pont-Aven, i nabis, i fauves, l’arte secessionista e i cubisti. Dicendo post-impressionismo, dunque, non facciamo altro che assegnare un’unica etichetta a un’eterogeneità irriducibile di concezioni pittoriche differenti che sono associate secondo un criterio cronologico, poiché si collocano tutte tra il 1880 e il 1920.

Tuttavia, a uno sguardo più distaccato, queste esperienze artistiche ci appaiono come accomunate da una fedeltà radicale al medesimo nucleo estetico: il rifiuto di un’idea mimetica della pittura. E, in virtù di questo elemento di continuità che le unisce anche nella loro estrema pluralità, nel 1979 la Royal Accademy of Arts di Londra riconosce in toto queste correnti come post-impressioniste. È precisamente questa linea di tendenza quell’aspetto comune alle diverse scuole che stravolgerà in modo radicale la concezione dell’arte giunta fino ai giorni nostri. Salvo alcune sporadiche eccezioni, infatti, la cultura pittorica occidentale aveva sempre avuto come obiettivo il naturalismo della rappresentazione artistica. Tale atteggiamento trova le sue prime incrinature proprio nel XIX secolo, quando la fotografia, il cinema e la stampa perfezionano la loro capacità di riprodurre le immagini, spingendo la pittura a cambiare la propria specificità.

Agli inizi del Novecento, l’arte, e in particolare la pittura, non ha più lo scopo di riprodurre e informare, ma di comunicare sempre di più un punto di vista soggettivo. In altre parole, si assiste alla trasformazione del quadro da finestra sul mondo a finestra sulla mente dell’artista.

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