Il graffitismo nasce grazie alla spasmodica e naturale necessità di “scarabocchiare” la propria firma o tag. È un istinto primordiale, senza una vera e propria ragione, un riflesso incondizionato: come quando parlando al telefono si scrivicchia in un foglio, un gesto quasi automatico, in cui ci lasciamo trasportare.
Il graffitismo è una sorta di ripetizione ossessiva, una mania di stile in cui viene posta una particolare attenzione alla bellezza e all’unicità della propria firma (o meglio pseudonimo, nessun autore vuol rendersi rintracciabile) contraddistinta dal colore.
Al primo sguardo,  può sembrare un insieme confuso e disordinato di segni e colori, che si sovrappongono sui muri della città, il caos apparente sembra impedire una lettura immediata e comprensibile ai cittadini comuni, che invece di apprezzare, al contrario ne denunciano l’immoralità, il degrado e l’imbrattamento, sottolineando gli aspetti più negativi.

Come ogni nuovo linguaggio, la leggibilità del graffito va compresa e digerita con il tempo, ogni writer ha il proprio gergo, la propria regola e ognuno di loro cerca di lanciare nuove mode e tendenze. 

Con il passare del tempo c’è stata una grande evoluzione con aperture verso l’esterno, coinvolgendo un pubblico sempre più ampio, con la chiara intenzione di farsi comprendere dalla gente comune, coinvolgendo sempre più persone nella loro protesta.
Un evento, quello del graffitismo, che prende piede a partire dagli anni ’70 in territorio statunitense,  e solo negli anni ’80 giunge in Europa, per poi diffondersi in maniera virale in tutti i continenti, fino a divenire un vero e proprio fenomeno socio-culturale.

Il treno della metropolitana è il mezzo prediletto, è perfetto per diffondere rapidamente il tag e farlo conoscere ad un pubblico più ampio, oltrepassando i confini del quartiere.
Il writing trova terreno fertile a New York e si diffonde in maniera inaspettata: giovani graffitari provengono dai quartieri più poveri, degradati e violenti, vogliono affermare il loro diritto attraverso la loro firma, una forma di ribellione, hanno bisogno di rivalsa,  pretendono un ruolo sociale e auspicano di uscire dall’anonimato apponendo il proprio tag in ogni dove.

Le scritte sono il mezzo più efficace per diffondere in modo virale le proprie proteste e opinioni, un modo non violento e libero di imporre una presenza invisibile all’interno della società dando vita ad una propria identità sociale.
La competizione fra crew diviene sempre più accesa, la cosa più importante è rinnovarsi, ricercare uno stile originale e personale, immediatamente riconoscibile.
In brevissimo tempo i writer diventano centinaia, lo stile, le forme e il colore evolve molto velocemente, si ispirano alla cultura popolare che liberamente reinterpretano, iniziano ad utilizzare le bombolette spray che permettono loro rapidità di copertura di superfici ampie.

È questo il momento in cui avviene la vera e propria rivoluzione del graffitismo, che da firme e scritte sfocia in breve tempo in un’evoluzione grafica e pittorica.

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